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GLI ANIMALI "NOCIVI"

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    00wildandfree00
  • 28 feb 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Molte persone sono preoccupate per le possibili infezioni da animali a uomo, e sostengono che “gli animali portano malattie”. Questa credenza è del tutto infondata, perché, quando si rispettano le normali norme igieniche, è meno probabile contrarre una malattia da un animale che da un altro essere umano, o da oggetti inanimati con cui si entra in contatto nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, le micosi, spesso imputate agli animali, si trasmettono molto più comunemente tra esseri umani, e sono comunque malattie non gravi. Le stesse persone così preoccupate di contrarre malattie dal contatto con animali vivi, non si preoccupano invece di una forma di contagio molto più pericolosa e probabile, quella che può aver luogo cibandosi di animali. In questo caso non è più vero, secondo loro, che “gli animali portano malattie”: toccarli, o vivere nel loro stesso ambiente, è pericoloso, mentre cibarsene no! Gli animali che dividono con noi le città, oppure quelli selvatici, sono inoltre considerati “nocivi” quando causano “danni” a case, oggetti, o terreni di prorpietà. In casi simili, si procede spesso allo sterminio di massa: cattura e uccisione di colombi, cornacchie, storni, nelle città; uccisioni a fucilate di nutrie, cinghiali, ma anche cervi, scoiattoli, volpi, ecc. nelle campagne. Varie sono le considerazioni sull'argomento:


1. Molte volte la presenza “inopportuna” di animali è dovuta proprio all'uomo. Così è accaduto per i cinghiali, che sono stati immessi nel territorio dai cacciatori, per divertirsi ad ammazzarli. I “castorini” (nutrie) sono stati importati in Italia dieci anni fa per essere allevati per la produzione di pellicce. Fallito l'esperimento, sono stati liberati sul territorio, e ora li si vuole ammazzare perché sono “dannosi”. In sostanza, tutte le colpe dell'uomo ricadono poi sugli animali, che non sono liberi di vivere la propria vita.

2. Siamo proprio sicuri che i danni siano sempre così enormi quanto afferma chi ne è colpito? Molto spesso si tende ad esagerare, e vengono emesse ordinanze cruente sulla base di informazioni non esatte.

3. Perché l'unica soluzione a cui si pensa deve sempre comportare l'uccisione di animali? Se vi sono dei problemi di convivenza, occorre risolverli in maniera pacifica. Inoltre, con le uccisioni di massa, non si risolve il problema: la natura si autoregola, e quando c'è una diminuzione della popolazione c'è un aumento della prolificità, o del numero di individui che raggiungono l'età adulta, e quindi in breve tempo il numero di animali torna ad essere lo stesso, a raggiungere la cosiddetta “capacità portante”.

4. Se può essere vero che qualche volta questi animali provocano dei “danni” all'uomo, occorre anche pensare che l'uomo è ancora più dannoso per l'ambiente e per gli animali stessi. Se i piccioni sporcano le facciate delle case o le strade, che dire dell'inquinamento causato dall'uomo? L'uomo è molto dannoso per gli animali: coi lavori idraulici lungo i corsi d'acqua o la costruzione di scogliere di cemento, vengono a sparire i canneti dove gli animali abitualmente costruiscono il nido. Con la costruzione delle strade l'uomo causa milioni di morti tra gli animali, per esempio tra i rospi, che nella stagione degli amori usano spostarsi da una parte all'altra delle campagne, e quando c'è una strada di mezzo, muoiono a migliaia. Con le monocolture l'uomo crea un deserto faunistico nelle zone circostanti.


 
 
 

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